mercoledì 20 febbraio 2008

Una signora per bene.

Lino si aggirava per le taverne triste, sudato, nervosissimo. Le sue occhiaie ormai erano buchi neri contornate da puntine bianche di sonno. Aveva perso il lavoro da qualche mese ormai e si sentiva una merda, e poi non usciva mai dal quartiere. Ballaró era tutto il suo mondo. Alla taverna dello zú Saro c'era l'umanitá derelitta di sempre. Si mise a parlare con Ninello, un vecchio col bastone che si diceva fosse stato sposato con una contessa e che si era ridotto a fare il garzone. La conversazione non portava a niente finché Ninello non gli propose di andare da "una signora per bene" che ficcava per gusto e non per soldi. Ovviamente Lino non ci credeva cosí scommise con Ninello una bottiglia di Zibibbo se quella ci stava. Presero la Y10 e a malincuore Lino uscí da Ballaró alla volta di via Notarbartolo. È tutta pulla. Sparó Ninello sorseggiando una busta Tavernello. Aprí la porta un bambino assonnato. Che ci fai alzato a quest'ora? Chiese una voce femminile da dentro. Vai a letto! Lino non credeva ai suoi occhi. Era una vera signora, una per bene. Alta, un pó cicciotta, ok, ma con due minne! Ninuzzo, mi hai fatto una bella sorpresa, il tuo amico é proprio un tipo simpatico! Le passarono il Tavernello e lei maliziosamente fece colare il rosso nettare sulle sue procacitá. Oh che sbadata! Disse togliendosi la vestaglia e restando in biancheria. Dai facciamolo! Prima lui o io? Chiese Lino. Stasera vi voglio tutti per me, tutti assieme, ma senza fare casino che mio figlio domani c’ha tema! Stapparono una bottiglia di rosso e ci diedero dentro. Hai vinto tu. Disse al vecchio tornando al quartiere. Tu rissi, era signora per bene! Una volta a casa Lino, ancora eccitato, assalí la moglie nel sonno e visto che lei non aveva voglia di ficco si sfogó picchiandola selvaggiamente.

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