mercoledì 20 febbraio 2008
Non c'è sesso senza amore.
La seconda volta che violentarono Pippo era poco piú che adolescente e la sua faccia pallida si stava chiazzando a poco a poco con pennellate di barba finissima. Dopo la brutta esperienza coi vinili si era appassionato di fotografia. Andava in giro di qua e di lá con la sua reflex vecchissima per fare foto in bianco e nero da sviluppare e stampare poi nella sua stanzetta. Siccome Palermo é una cittá cattiva ed inospitale nelle immagini c'era sempre qualcosa di strano. Un cane morto all'angolo di via Parlatore, un camion smontato all'inizio della circonvallazione, un bambino mongoloide che mendicava al Politeama. Insomma le foto non gli venivano bene e Pippo era molto preoccupato. Fu cosí che si ritrovó a Ciaculli, sperando che almeno lí nessuno potesse molestare i suoi scatti. Montó il cavalletto agganciando la macchina fotografica e cercó il miglior punto di vista per scattare. L'idea era quella di riprendere dei tetti di tegole in primo piano con il paesaggio urbano alle spalle a fare da sfondo. Mentre guardava nel mirino un giovinastro di botto si piantó davanti all'obiettivo. Cá i fotu vinninu mali. Gli intima al nostro. E il suo amico scuro di pelle e di pelo. C'a fai una foto a stu pinnuluni? E si abbassó i jeans sbrindellati rivelando una minchia di proporzioni taurine. Pippo avrebbe voluto darsela a gambe, ma lí c'erano il suo manfrotto e tutto il corredo, non avrebbe potuto portarli con sé in una fuga disperata. Mentre veniva violentato Pippo guardava la sua immagine specchiata nell'obiettivo mentre il primo ragazzo gli faceva un servizio fotografico. Dovrebbe aprire un pó il diaframma. Pensó mentre sentiva un fortissimo dolore al retto. Da lontano una voce familiare cantava "non c'è sesso senza amore".
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