mercoledì 20 febbraio 2008

Non morire di domenica.

Palermo negli anni '80 era la Mecca di ogni eroinomane. Sperdute nelle trazzere dell'entroterra le raffinerie della mafia tagliavano la droga purissima che arrivava dal triangolo d'oro, cosí ogni tossico poteva rifornirsi di ottima roba e poi spararsela in vena a Villa Sperlinga. La qualitá dell'eroina con gli anni é peggiorata e Ninni conosceva quelle storie perché gliele raccontavano spesso, ma non gliene fregava. Era domenica, la giornata piú schifosa della settimana. Non si sentiva bene, la barba sudata, le unghie gialle, 3 o 4 bollicine sulla lingua. La Vucciria sembrava vuota, non era giorno di mercato, ma i pusher erano sempre lí, camaleonti che a malapena riuscivi a distinguere da una macchia del muro, dallo stipite di una porta, da uno specchietto retrovisore. Ninni camminava giá per via Roma, col suo pacchettino piccino picció nelle mutande, non vedeva l'ora di farsi, teneva le mani strette sotto le ascelle e sudava copiosamente. Poco prima dei 4 canti una Y10 sterza bruscamente. Vatinne e nun ti fari chi viriri! Sbam! Lo sportello si apre e una calcagnata fa schizzare sull'asfalto una ragazza, subito dopo un sacchetto di plastica le piomba di sopra e i suoi vestiti si spargono sul marciapiede. Santo la guarda stupito, lei ha i capelli ramati, la pelle bianchissima e piange. La Y10 parte sgommando. Un'ora dopo una cassetta di Venditti scalda l'ambiente, la ragazza esce dalla doccia solo con un asciugamano addosso. E' rumena. Grazie. Dice con una voce leggera come un soffio. Santo trema, una vocina dentro gli dice che si ameranno per sempre, poi scalda l'eroina. Ti sei mai fatta? E' bellissimo. Lento le avvicina l'ago alla pelle lucida del braccio. Fa male? Sussurra lei. Ha gli occhi piccoli e verdi. No, é solo un momento. Poi si danno un bacio.

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