mercoledì 20 febbraio 2008
Dalla pelle al cuore.
I governi cadono, le mafie vincono su ogni fronte, la benzina costa uno sproposito, il mondo va a rotoli ma a me non me ne frega niente. Riscaldo la brown sul solito cucchiaino e la sparo felicemente dentro Bianchina, la mia vena preferita. Poi Tocca a Lena, al mia zita di Timisoara, ma qualcosa non va per il verso giusto. Comincia a sbattere forte gli occhi, le sale una strana schiuma rosa dalla gola. MINCHIA! Mi alzo in piedi ed ho paura, ma cado su di lei. È TROPPO PURA! Devo fare qualcosa, avvicino un paio di cuscini alla testa di Lena, le capovolgo la faccia, per non farla soffocare. Poi riesco ad uscire fuori. Non mi muovo bene e gli occhi fanno fatica ad abituarsi alla luce accecante. Corro verso piazza Indipendenza. Davanti al palazzo della Regione un gruppo di manifestanti dá fuoco alle bandiere ed inneggia alle dimissioni del presidente. Mi infilo in mezzo a loro, col mio puzzo, con i miei sandali e i calzini bucati. AIUTATEMI AIUTATE LENA! Grido in preda al panico. IO LA AMO È L'UNICA COSA CHE HO! Non capiscono. La gente mi guarda con timore, come se fossi un fottuto marziano. Sono sicuro che qualcuno mi avrebbe anche aiutato ma poi accadde quello che tutti sapete. Dalle balconate del palazzo una serie di personaggi laidi, grassi, vestiti da preti inizia a tirare sulla folla migliaia di cannoli. I dolci si spiaccicano al suolo con un rumore grottesco, e sulle teste. Piú di una persona cade tramortita, qualcuno piange, altri fuggono. Quelli che restiamo, gli sbirri ci portano via. Dentro al furgoncino mi accorgo che perdo sangue dalla bocca. Mi sento addosso l'odore della ricotta rancida, ho il corpo tumefatto dalla zuccata. LENA MUORE AIUTATEMI! Piango sconsolato, poi mi caco di sopra. Una vecchia femminista mi fulmina con lo sguardo. Che sará di me senza te?
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