mercoledì 20 febbraio 2008

15 agosto, viagra.

Camminavano piegati dal sole nello stradone dello zen, le lingue secche, le papole ai piedi. Saro, Saro e Saro fuggivano da Villa Sfagno, la famosa casa di riposo di Cardillo in cui erano reclusi da qualche anno. Non avevano legami di parentela, non li accomunava una fede politica o religiosa. Li univa solo il loro nome ed un pacchetto di Viagra comprato a sgamo da Lino, un infermiere senza scrupoli di Ballaró. Fuggivano proprio a ferragosto perché sapevano bene che era il giorno dell'anno in cui c'erano meno controlli, avevano previsto tutto: si erano procurati degli abiti civili, anche tre biglietti dell'autobus, si erano lavati e profumati, si erano anche cambiati le mutande. Arrivarono in via Guardione verso le tre di pomeriggio. Palermo era un deserto immobile, solo qualche stanca Y10 animava il paesaggio di tanto in tanto. Entrarono dentro un portone chiuso male e si trovarono a bussare al campanello di una casa che l'infermiere Lino gli aveva assicurato fosse un bordello. Volevano finire in bellezza. Montare un'orgia memorabile aiutati dal Viagra e aspettare la morte. Qualcosa peró andó storto. Nell'appartamento indicato non c’era anima viva e il Viagra cominciava a fare giá effetto. Che Fare? Non avevano valutato la possibilitá che anche le troie facessero vacanza a ferragosto! Il loro piano stava per fallire quando incrociarono un ragazzetto pallido che si aggirava dalle parti di Villa Giulia con una macchina fotografica. Come ti chiami? Chiese Saro. Pippo. Rispose il biondino. I vecchi si scambiarono uno sguardo d’intesa. Saro lo colpí fulmineo alla nuca col suo bastone, poi passarono il pomeriggio violentandolo. Alle 19 Saro 1 morí di infarto, alle 20 Saro 2 di trombosi, alle 21 Saro 3 di embolia, alle 22 la madre di Pippo lo sgridava per avere fatto tardi

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