lunedì 18 febbraio 2008

Enza.

Lino capí che era la donna che sempre aveva aspettato, la donna dei suoi sogni. Lo capí da come si portava il bicchiere alla bocca e dalla velocitá con cui ingollava la vodka liscia, senza nessuna esitazione, senza paura. Non gli importava che avesse le rughe sotto le labbra, i capelli sporchi, le unghie mangiate fino alla carne. Né che fosse piú grassa di lui e alta. No. Non erano queste cose che notó quella mattina. La taverna era quasi vuota, la piazza pienissima, i venditori del mercato che vanniavano i prezzi dei loro ortaggi. Lei entró trascinando le ciabatte, ordinó una vodka e se la bevette d'un fiato, poi accese una MS e si mise a giocare al videopoker. Lino le si avvicinó da dietro. Improvvisamente, quando giá aveva aperto la bocca per chiederle se voleva qualcosa da bere il videopoker si mise a vibrare e si accesero luci verdi e blu, poi inizió a sputare monete da due euro. Minchia ru culu! Esclamó la donna infilando le dita nel freddo metallo. Poi si giró di scatto e si trovó davanti Lino. Gli strappó il bicchiere dalla mano, bevve d'un fiato lo zibibbo e lo bació sulla bocca. Dopo mezz'ora erano nella Y10 di lui completamente nudi. La donna si chiamava Enza e aveva il corpo pieno di cicatrici ma a Lino pareva bellissima. Avevano una bottiglia di Absolut che si passavano ritmicamente mentre le gole all'unisono buttavano giú il freddo nettare. Tra un rutto e l'altro schiniavano incuranti della folla che li vedeva dai finestrini, donne, vecchi, qualche bambino. Una vedova nerovestita si fece il segno della croce. Ci rivedremo? Chiese Lino quando lei aveva giá aperto lo sportello. No. Perché? Agneddu é sucu... Terminó Enza e si perse nel mercato. Nella testa di lui qualcuno cantava " e non c'è sesso senza amore". Poi tornó a casa e massacró di botte la moglie

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