domenica 22 giugno 2008

Napalm.

Un attimo di tregua. Mi fermo, respiro affannato, appoggio le spalle al muro. I miei compagni sono qui con me anche se non li vedo. Il fumo é giá alto, la strada sta bruciando. La strada sta bruciando ed é tutto bellissimo. Potrei raccontare di come abbiamo fabbricato il napalm con materiali casalinghi in un cortile a Bonagia o della resistenza contro l'esercito regolare dei dissidenti a porta Felice o della morte eroica di Nino Vigna. Invece no. Non mi va. Preferisco restare qui ad ascoltare le grida dei condomini e fumarmi la mia Merit in santa pace. Accendo. Tiro. Che buono il sapore del tabacco che si mescola all'odore dell'incendio. Sono contento. Contento dell'insurrezione e dei disordini. Non so perché ma sento che devo fare qualcosa, per aggiustare le cose. E non mi va di sbandierare slogan politici o cazzate, fare qualcosa é essenziale, per questo coi miei compagni abbiamo fabbricato il Napalm e dato alle fiamme via Brunetto Latini. Intanto era una via abbastanza piccola e ricca di vie di fuga. Poi c'era la sede dell'ufficio postale peggiore di tutta la cittá. Mi sentivo di merda ogni volta che c'entravo. Per una semplice raccomandata dovevi aspettare almeno un'ora, per non parlare di un pagamento o del ritiro di una pensione! Di certo perdevi tutta la mattinata. Vaffanculo all'ufficio postale di via Brunetto Latini. Vaffanculo ai cassieri, alla direttrice e a tutto il personale arraggiato e senza voglia di lavorare. Il napalm sta facendo il suo dovere. Domani. Domani vivremo in una cittá migliore. Esulto. Sento il principio di un'erezione. Ho un'idea. La proporró all'assemblea. Distruggere le strade di Palermo che contribuiscono a rendere invivibile questa cittá. Spengo la sigaretta sull'asfalto e inizio a fischiettare.

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