martedì 3 giugno 2008
Insurrezione: giorno 7.
L'odore del fumo non era un sogno. Mi svegliai tossendo. Gli altri dormivano mentre le vampate accendevano coi loro bagliori sinistri la finestra sul pianerottolo. SVEGLIATEVI PRESTO! Lena ed Ino dormivano abbracciati come due fratellini nella notte, ma non potei fare a meno di notare un'emergente erezione dai pantaloni sgualciti del decenne. Non era certo il momento di fare il geloso. DOBBIAMO SCAPPARE CAZZO! Ino inzió a gridare. Forse per la paura o magari per una colica improvvisa. Ci catapultammo dalla finestra giú in via Colonna Rotta. Una piccola folla stazionava davanti al palazzo ormai in fiamme. La gente sembrava triste e incazzata, ma soprattutto triste. Poi tutti si misero a guardare nella stessa direzione. Era il quarto piano. Ci viveva una coppia di anziani signori, i coniugi Benzo. Zoppo e sempre ben vestito lui, obesa e straprofumata lei. Erano sul terrazzo indecisi sul da farsi, mentre le fiamme avanzavano pericolosamente verso di loro. Ad un certo punto lui inciampó e lei lo aiutó ad alzarsi con amore, ma anche lentamente, con fatica, come si muove la gente grassa. Stavamo tutti con le bocche spalancate, quando un grossa fiammata li investí in pieno. I loro capelli presero fuoco immediatamente, ma per fortuna solo quelli. I POMPIERI NON RISPONDONO. Mi confessó un signore in sandali e canotta. Le fiamme li stavano arrostendo a poco a poco, parlavano tra di loro, tenendosi stretti. Poi successe una cosa strana, li vedemmo entrare dentro, sempre abbracciati, mentre il fuoco li accendeva come fiammiferi e scomparire tra le fiamme. Nell'aria l'odore di bruciato era insopportabile e il fumo nero e denso ti scassava i polmoni. Davanti alla luce abbagliante dell'incendio mi resi improvvisamente conto di avere dimenticato la robba dentro casa. MINCHIA.
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