martedì 16 giugno 2009
RSU Rifiuti Solidi Urbani
Volevo fare del bene alla MIA cittá. Io l'ho sempre detto, ma Palermo é ingrata e adesso mi trovo qua su legato come un salame, con questa gente che mi grida contro. A MORTE! Ma perché? Un palo della luce sbuca dal cumulo altissimo di sacchetti dell'immondizia. Un cappio pende sinistro legato vicino allo slargo per la lampada. A MORTE! La gente urla. Io sono il premier. Non il Premier, quello che va scritto con la maiuscola, dio lo protegga e preservi. Io sono Giacomo Scafidi, il premier di Palermo. Sono venuti a prendermi, su, a San Martino, fin dentro il mio studio, quei bastardi. C'è stato uno scontro in giardino, durato alcune ore, si sono presi a mazzate, ma alla fine ce l'hanno fatta. Aldo mi ha dato una pistola, proprio mentre i ribelli entravano in casa e passavano per la sala turchina. CI PENSO IO A BRUCIARE TUTTO. Gli avevo detto che volevo essere cremato, per non lasciare a nessuno le mie spoglie mortali. Intanto i passi si avvicinavano. Dovevano avere passato la sala porpora, quella verde, l'arancione e la bianca. Anche Aldo aveva una pistola. I suoi occhi neri come il ghiaccio mi guardavano pieni di fierezza. I ribelli erano nella sala lilla quando il mio braccio destro e consigliere personale Aldo Gaetano Bellia si fece saltare le cervella. Io invece non ce la feci. GIACOMO SCAFIDI, ARRENDITI! Disse un ragazzetto. Non passó molto tempo e dopo un veloce viaggio in jeep eccomi qua. Tengo a precisare che se non fosse stato per il supporto del gruppo neo fascista di Franz Scalia, forse mi sarei potuto salvare. Furono loro a coordinare l'azione, forti degli incontri avvenuti nella mia villa. Ma non voglio piú pensarci. La folla mi circonda, per l’ultima volta e c’è un tanfo insopportabile, l'odore della monnezza, l'odore della cittá di Palermo, la MIA cittá.
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1 commento:
oddio...e adesso che succede? forza massimo, scrivi scrivi che sono impaziente...
nicola^^
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