mercoledì 10 giugno 2009

Benvenuti tra i rifiuti

I cumuli di immondizia sembrano delle montagne variopinte, frastagliate, morbide. Noi non viviamo coi nostri genitori. Non celi abbiamo piú i genitori. Qualcuno sí, ma é come se non li avesse. Siamo stati abbandonati, molti di noi sono fuggiti, come Nello, che non parla mai, ma parlano le sue cicatrici nella schiena. Giá. Si puó anche scappare dai genitori, se i genitori sono cattivi. A me mi mancano il papá e la mamma, ma ormai ho 9 anni, quasi 10, e so cavarmela da solo. Siamo scappati dall'istituto da qualche mese. Io sono rimasto con Iole perché é la mia ragazza, e si prende cura di me. Poi a poco a poco si sono uniti Nello e gli altri. Adesso siamo una ventina e sono sicuro che qualcun altro si aggiungerá a noi. C'è un bambino che ci spia da lontano, secondo me ha paura o é timido, ma finirá per venire. Sará la fame a farlo decidere, come per tutti. In branco é piú facile sopravvivere.
Dicevo. Noi campiamo rovistando tra i rifiuti, piú che altro. Riusciamo a raccogliere quanto basta per tirare avanti e a volte anche di piú. Ci sballiamo sniffando solventi o vernici. Non ci interessano i bei vestiti o la pulizia, siamo bambini e di queste cose ce ne freghiamo. Vogliamo restare liberi e fare quello che ci pare. L'immondizia é la nostra ricchezza.
Iole mi stringe la mano, mi aiuta a salire sulla cima della montagna. É piú grande di me e anche sviluppata, peró é la mia ragazza. GUARDA CHE HO TROVATO. Dice Nello. É strano perché é la prima volta che apre bocca da quando si é unito a noi. Ha in mano una palla di cuoio, bianca e rossa. Nuovissima. Io sniffo dal sacchetto di plastica che mi porto dietro, pieno di vernice argentata. ADESSO FACCIAMO LE SQUADRE. Il sole riscalda l'immondizia e il tanfo é insopportabile. Mi prudono i capelli.

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