mercoledì 10 giugno 2009

Guadagna's blues

Ero il migliore stigghiolaro di Palermo e quindi del mondo. Il mio segreto? Non avevo segreti a parte quello di comprare io stesso la carne, scegliendo le stecche una per una, scartando quelle che mi sembravano troppo grasse o sporche. Arrotolavo il budello con forza, in modo che poi si cucinasse uniformemente. Salavo leggermente e lavavo in un bagno di acqua e aceto. Poi cucinavo sul momento: non sono a favore della barbarie della stigghiola prearrostita e poi solo scaldata alla brace, va bene, si risparmia tempo, ma il gusto ne risente parecchio. Avevo una baracchetta fatta di lamiere annerite dalle parti della Guadagna. La gente mi conosceva bene e mi conoscevano anche i cani randagi del quartiere, che dovevo prendere a calci per scacciarli. L'odore bianco delle stigghiola annebbiava la strada, attirando schiere di palermitani affamati, pronti, tra una stecca e un bicchiere di vino, a lamentarsi di qualcosa o sparlare qualcuno: due tra gli sport piú praticati nel capoluogo. Ora le cose sono cambiate. Trovare la materia prima é molto difficile e poi mi é capitato di essere assaltato da gente impazzita per la fame. La peggiore fu una coppia di svitati: col camice bianco lei e un uncino lui. Mi hanno scarventato per terra. Ho cercato di difendermi col mio coltello, ma il tipo con l'uncino era agile e mi sfiló l'arma con un colpo di moncherino (quello dell'altra mano) al basso ventre. Io sono grasso, il cuore ha cominciato a parlpitarmi. Mi mancava l'aria. Il cielo si fece nero come la carbonella. Quando mi risvegliai mi avevano derubato di tutto, anche il coltello si erano presi e i piatti di plastica arancioni. Cosí smisi con le stigghiole. Adesso ho un sacco di tempo libero. Ma qualcosa mi manca, Mi sento senza molte prospettive, come una stigghiola arrotolata male.

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