venerdì 25 luglio 2008
Tavola per tre.
Leggo i titoli del giornale appizzati con lo scotch nei pali della luce. Sono ormai vecchi, la carta é gialla, i bordi arricciati dal calore. In mezzo a via Libertá i platani abbattuti mi sbarrano piú volte la strada cosí sono costretto a scendere dalla bicicletta. Arrivo in piazza Massimo verso mezzo giorno. Il sole a picco non risparmia nemmeno la mia ombra. Falerio ancora non arriva. Dal teatro Massimo occupato campeggia una scritta su uno striscione: CT = AIDS. Il vento che scuote le bandiere nere e rosa mi fa arrivare l'odore appetitoso del pesce alla brace, ricordo che dovrei avere fame. Accendo una N80. Finalmente Falerio sbuca da una porta secondaria. SEI IN RITARDO. Gli dico. NON SI PREOCCUPASSE. Mi risponde. Poi chiama due ragazzetti con un cenno. Sono vestiti col completo del Palermo calcio. Trasportano un grande sacco della spazzatura nero. QUA C'È QUELLO CHE CI INTERESSA. Vado per aprire li sacchetto ma Falerio mi ferma minaccioso. PROFESSÓ PRIMA LE CHIAVI! Gli dó le chiavi del villino a Mondello e i due ragazzetti lasciano il sacco per terra e tornano dentro. BRAVO! BRAVO PROFESSÓ. Mi dice Falerio dandomi una pacca sulla spalla. VEDRÁ CHE VINCEREMO E PRIMA O POI LA PAGHERANNO! Va via, ma a me non importa nulla. Apro il sacchetto ma trattengo a stento un conato. Gli occhi di Tina sono ancora aperti. É tutta colpa mia. Penso quando la trasporto sulla bicicletta verso casa. Non respira. Ogni tanto mi fermo sotto il sole e apro l'involucro. Ma lei é lí che mi guarda con gli occhi spalancati e non respira. Penso a dove la seppelliró. Penso che per me e sua madre qualcosa é irrimediabilmente cambiato. Finalmente arrivo a casa. Mia moglie ha giá preparato il pranzo. Mi fissa con uno sguardo allucinato. Ha apparecchiato per tutti e tre.
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