Ci si sveglia alle 4. Alcuni non vanno nemmeno a dormire, si portano i termos, ma io se non dormo non reggo. Ormai a casa non ho piú niente, metto le ultime cose in un paio di valige e scendo in piazza. Molti sono giá lí. Prima dell'insurrezione a quest'ora c'erano soprattutto negri e rumeni che cercavano di vendere telefonini, orologi e riproduttori mp3 rubati a qualche turista, ma adesso non ci sono piú turisti a Palermo, e nemmeno negri e rumeni. Sono scappati tutti dopo i roghi, e quelli che non ci sono riusciti, mio dio, sono stati messi in schiavitú.
Giá c'é passío in piazza, anche troppo direi. Ormai vengono da fuori, non é solo gente del quartiere. Riesco a trovare qualche metro quadrato libero accanto ad un ragazzo che sta dormendo sopra una montagna di scatole di simmenthal. Le venderá tutte, ne sono sicuro. Apro le valige e getto sul marciapiede la mercanzia. Sono per lo piú i vestiti dei miei figli, un paio di giocattoli superstiti e quello che resta dell'argenteria. Poca cosa. Albeggia. Qualcuno mi offre del caffé, ma senza zucchero. Piazzetta Ballaró si riempie. Qualcuno dá uno sguardo alle mie cose ma nessuno compra. Ormai é quasi ora di pranzo e ancora non ho venduto niente. Ho la gola secca e la pancia mi brontola. Il ragazzo che ho accanto vende una scatoletta di simmenthal a 4 euro ma io ne ho solo 2. Riesco a convincerlo a vendermene la metá. Nessuno compra, nessuno compra. Sono le 3 di pomeriggio, il sole e il caldo mi hanno bruciato le braccia e il torso. C’è chi resiste ma ormai quasi tutti hanno smontato. Mentre rimetto le mie cose in valigia riesco a rubare un paio di scatolette al mio vicino. Il pasto dei miei figli. Se tutto continua cosí, domenica prossima nella piazza di Ballaró metteró in vendita uno di loro.
domenica 13 luglio 2008
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