domenica 13 luglio 2008

Legge di mercato.

Ci si sveglia alle 4. Alcuni non vanno nemmeno a dormire, si portano i termos, ma io se non dormo non reggo. Ormai a casa non ho piú niente, metto le ultime cose in un paio di valige e scendo in piazza. Molti sono giá lí. Prima dell'insurrezione a quest'ora c'erano soprattutto negri e rumeni che cercavano di vendere telefonini, orologi e riproduttori mp3 rubati a qualche turista, ma adesso non ci sono piú turisti a Palermo, e nemmeno negri e rumeni. Sono scappati tutti dopo i roghi, e quelli che non ci sono riusciti, mio dio, sono stati messi in schiavitú.
Giá c'é passío in piazza, anche troppo direi. Ormai vengono da fuori, non é solo gente del quartiere. Riesco a trovare qualche metro quadrato libero accanto ad un ragazzo che sta dormendo sopra una montagna di scatole di simmenthal. Le venderá tutte, ne sono sicuro. Apro le valige e getto sul marciapiede la mercanzia. Sono per lo piú i vestiti dei miei figli, un paio di giocattoli superstiti e quello che resta dell'argenteria. Poca cosa. Albeggia. Qualcuno mi offre del caffé, ma senza zucchero. Piazzetta Ballaró si riempie. Qualcuno dá uno sguardo alle mie cose ma nessuno compra. Ormai é quasi ora di pranzo e ancora non ho venduto niente. Ho la gola secca e la pancia mi brontola. Il ragazzo che ho accanto vende una scatoletta di simmenthal a 4 euro ma io ne ho solo 2. Riesco a convincerlo a vendermene la metá. Nessuno compra, nessuno compra. Sono le 3 di pomeriggio, il sole e il caldo mi hanno bruciato le braccia e il torso. C’è chi resiste ma ormai quasi tutti hanno smontato. Mentre rimetto le mie cose in valigia riesco a rubare un paio di scatolette al mio vicino. Il pasto dei miei figli. Se tutto continua cosí, domenica prossima nella piazza di Ballaró metteró in vendita uno di loro.

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