mercoledì 11 marzo 2009

Mellone ghiacciato

Seguo una signora abbigliata con un vestito dalla foggia bizzarra, fuori moda, di alpaca. La seguo perché ha un sacchetto bianco tra le braccia, un sacchetto la cui forma rotonda tradisce il contenuto. Io uccideró questa donna se oserá resistere. Io voglio l'anguria che c'è dentro il sacchetto. La voglio tutta per me perché ho fame. Le 3 dita scheletriche che rimangono intere nella mia mano destra stringono forti il manico zigrinato del coltello che usavo per pescare i ricci. La signora gira per via Ugdulena, imbocca una strettoia che sbuca in una ripida discesa asfaltata solo per metá. ECCO. Penso. É IL MOMENTO. Faccio un salto con l'intenzione di proiettarmi davanti alla donna, cercando di mantenere una direzione obliqua che mi permetta di non atterrare nella zona sterrata, senza asfalto. Spicco il volo ma il mio corpo senza forza mi tradisce sul piú bello, facendo piegare malamente la gamba destra e imprimendo una rotazione del tutto scoordinata che mi spinge nel precipizio sterrato della discesa piú ripida. Cado insomma. Come un sacco di patate mi allavanco e sbatto pure la spalla. CHE SUCCEDE? Sbotta la signora. Poi si ritrae inorridita. Io le porgo la mano, per minaccia, ma mi accorgo dal suo sguardo che qualcosa non va. Ma sí, lo sapevo! Dovevo capirlo! Il coltello, cazzo, il coltello che stringevo, durante la caduta, mi é scivolato di mano e l'ho riafferrato un momento prima di atterraci di sopra. L'ho afferrato dalla parte sbagliata.
La signora ed io guardiamo le 3 dita scheletriche della mia destra che giacciono inerti tra l'asfalto e la polvere. Dal moncherino zampilla il sangue. POVERA CREATURA! Esclama la donna. Io la guardo in cagnesco ma lei ha giá deciso. VIENI, TI AIUTO IO, SONO INFERMIERA. Mi carica sulle spalle, é una donna forte, mi porta via.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Senti... dalla foto versione venditti ho l'impressione di conoscerti. Mi ricordi un ragazzo che, in effetti, a rifletterci somiglia al cantante. Avevi lasciato un commento sotto la mia favola palermitana (parlava di cavallette), l'hanno scorso, poi ho trovato subito il blog ma non ho avuto più tempo... insomma sei Davide??

Anonimo ha detto...

non sono Davide e non somiglio a Venditti manco di sghicio!