lunedì 20 ottobre 2008

Il mio sogno palermitano.

Il mio sogno palermitano l'ho realizzato e adesso posso anche morire contento. Mi chiamo Francesco Scalia e tutti mi conoscono col mio soprannome Franz. La mia passione piú grande é sempre stata quella per le armi. Sin da piccolo. Quando mio nonno mi portava a caccia con lui amavo l'odore dell'olio che lubrificava il suo fucile, e quel rumore assordante e il movimento violento del rinculo che veniva assorbito dalle spalle possenti. Mio padre e mia madre non volevano che andassi , ma io piangevo finché non si convincevano. Quegli stronzi dei miei genitori, sessantottini di merda, fricchettoni. Passó il tempo e giá mio nonno mi faceva sparare quando iniziai a capire bene come va il mondo. Ad una bancarella in via Roma comprai una copia sbrindellata di un libricino che mi avrebbe cambiato la vita: Orientamenti di Julius Evola. Da allora feci un pó il giro di tutte le organizzazioni politiche della cittá, quelle di estrema destra, ovviamente. Passó il tempo ma mi resi conto che non era quella la mia strada, troppe parole, troppi compromessi. Mi chiudevo in me stesso, mi rattristavo. Fu allora che conobbi una ragazza. Il suo nome era Alba, aveva un naso pronunciato ma delle tette fantastiche. Grazie a lei capii che non dovevo seguire gli altri, ma dovevano essere gli altri a seguire me. Iniziai cosí a lavorare come un forsennato e presi anche a studiare ju-jitsu. Coi soldi che mettevo da parte compravo armi. Poi anche Alba imparó a sparare. Facevamo l'amore distesi su un letto di pistole e fucili da caccia. Poi andó via con una borsa di studio e non tornó mai. Intanto l'arrivo dell'insurrezione non mi colse impreparato. Adesso ho una decina di camerati da dirigere, non ho piú tempo di pensare ad Alba. Adesso sparo sulla gente, non piú sugli animali. Sparo e uccido.

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