martedì 5 agosto 2008

Il racconto dello svizzero.

Ho vissuto tutta la mia vita da svizzero. Sveglia alle sei e mezza. Toeletta, poi al bar di Pino per la prima colazione. Sempre la stessa ormai da 30 anni: cornetto e latte macchiato. Dolce. Molto, molto dolce. Poi al lavoro fino alle sette. Nelle 2 ore di buco andavo al bar Costa, mangiavo un piatto di anelletti e leggiucchiavo il sicilia. Mi piace la precisione, mi piace l’ordine, mi piace la pulizia. Una volta a casa dopo il lavoro o nel fine settimana, pulivo tutto. I mobili tirati a specchio, le piastrelle lucenti, i pomelli, uno per uno, brillavano come stelle. Come sono diventato liberista rivoluzionario? A ripensarci non me lo so spiegare. Per paura, credo, perché mi resi conto che era meglio affiliarsi a qualche gruppo e visti i miei trascorsi in banca mi sentivo piú corente come liberista. Iniziai ad andare alle riunioni, poi mi imbarcai volontario negli azionisti. I gruppi di azione che vanno in giro per la cittá. Il mio compito era la propaganda. Scrivevo volantini, stampavo manifesti, inventavo slogan. La mia precisione e i miei modi ineffabili piacquero al premier Graziano e mi attirarono le invidie e i rancori dei soci piú anziani. Graziano mi confidó che ero l'azionista numero due, solo al di sotto di Anello e che per questo mi meritavo un regalo. Quel regalo era tua figlia. Mi portarono Tina vestita con un toppino inesistente e una minigonna davvero succinta. Misero su un cd di Venditti costringendola a ballare un'oscena danza erotica. Mi sentido a disagio in quella situazione, ma non potevo fare altrimenti, Graziano stava lí a mio fianco pronto per giudicarmi. Le giuro che non l'ho uccisa io, poverina! Poi le confesso che a me le donne nemmeno piacciono, sono sporche, se no perché si metterebbero tutti quei profumi?

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