Versione allucinate della meravigliosa canzone portata al successo dal mai troppo compianto otis redding. In questa curiosa cover Ike & Tina si lasciano davvero andare (aspettate la fine del video e capirete!).
mercoledì 11 febbraio 2009
lunedì 2 febbraio 2009
Margherita con funghi
Ordino una pizza in via Ximenes e vedo i ragazzi sui motorini, senza casco, che impennano e buttano voci. Penso che dovrei essere uno di loro ma che non saró mai uno di loro. Ho paura. Ho paura di tutto quindi preferisco non fare niente. Oggi per esempio sono rimasto tutto il giorno a casa a leggere un libro di Calvino. Poi avevo fame e visto che mia madre fa il turno di notte e mi ha lasciato i piccioli sulla scrivania ho deciso di scendere per una pizza. La cittá é strana dopo gli ultimi capovolgimenti politici. La gente si comporta come se fosse il suo ultimo giorno sulla terra. É tutto irreale. O forse é solo l'odore di plastica bruciata che mi stordisce. Ordino una margherita con funghi e mi siedo al tavolino ad aspettare. Dentro di me spero che il pizzaiolo faccia presto, giá le facce delle due signore che aspettano dopo di me mi provocano una strana sensazione alla pancia. Cosí mi concentro sulle mie mani. Le dita un pó pelose mi piacciono, sono belle dita lunghe da poeta malinconico. Guardo le mie mani e un fiocco bianco che scende dondolando dal cielo. Sembra neve, ma non é tempo di neve malgrado sia inverno. Il fiocco candido a contatto con la pelle provoca una reazione di formidabile bruciore, una specie di prurito moltiplicato per mille, un morso di cento insetti geneticamente modificati. Poi inizia a nevicare sul serio. Balzo dentro la pizzeria gridando. Intanto passa la motocicletta di poco fa il ragazzino che la guida adesso la faccia gonfia come un melone, peró butta voci come prima. Forse con un tono piú stridulo. Col cartone della pizza sulla testa riesco ad arrivare al portone.Sono a salvo, non mi pare vero.Con la coda dell'occhio vedo una delle signore della pizzeria sola nella tempesta, sembra che lotti coi fantasmi.Non ce la puó fare.
Vita da Premier
Mi faccio chiamare premier perché sono il capo e visto che sono il capo ho il potere. Ieri all'entrata della mia villa a San Martino c'era un gruppetto di sfollati: una madre e due bambini, di cui uno pesantemente ustionato di sicuro dalle piogge acide. Andavano in giro su un moto ape modificato e sembravano sporchi e affamati. Bé, sapete che ho fatto? Li ho accolti a casa. Certo Anna ha storto un pó la bocca, anche Katia non era contenta, Sabrina invece li aiutó da subito. Li fece accomodare in cucina, dove gli serví gli avanzi del giorno prima: pasta alla cernia e canapé con uova di quaglia, poi aiutó la madre a pulire i bambini. Il piccolo era veramente messo male, aveva la metá del corpo piena di ustioni chimiche. Insomma, si sono fatti il bagno, poi gli ho anche detto SABRINA DAGLI QUALCHE TUO VESTITO PULITO. E Sabrina allora ha storto il naso anche lei. Ci tiene tanto ai suoi vestiti, ma io volevo metterla alla prova e poi non avevo di meglio da fare per passare il tempo. Sabrina non voleva dargli alcun vestito cosí la obbligai a spogliarsi davanti a tutti e dargli i suoi. Lei piangeva e le altre ridevano. Mi faceva pena, alla fine è solo una ragazzina, una ragazzina che IO ho salvato da una vita mediocre e ordinaria; l'ho fatta diventare la donna del premeir e dovrebbe essermene grata, invece continua col suo carattere selvaggio e capriccioso. Sará per questo che é la mia preferita (insieme ad Anna). Insomma Sabrina inizió a gridare, mentre gli sfollati si stringevano tra loro, spaventati. Alla fine si spoglió e diede i vestiti alla donna. SARAI CONTENTA ADESSO! Le rinfacció. Avevo vinto, avevo dimostrato un'altra volta il mio potere, cosí chiamai Aldo, gli feci decapitare madre e figli e offrii le loro teste a Sabrina su un vassoio d’argento. Poi scopammo.
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